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ALDO MORTO 54

Aldo morto 1 di Ada Masella.jpg

ESTRATTI VIDEO

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RASS. STAMPA

Vincitore Premio Nico Garrone 2013

 

54 repliche di Aldo morto, 54 giorni di autoreclusione di Daniele Timpano in una cella in live streaming

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Teatro dell’Orologio, ROMA - 16 marzo - 9 maggio 2013

un progetto di Teatro dell'Orologio e Frosini/Timpano
in collaborazione con Fondazione Romaeuropa, Kataklisma


media partner Tamburo di Kattrin, Grapevine Studio


social media partner fattiditeatro


ideazione e realizzazione della cella Alessandra Muschella


live-streaming Andrea Giansanti


ideazione e realizzazione video teaser Emiliano Martina, Grapevine Studio


progetto grafico Angelo Sindoni, Antonello Santarelli


ufficio stampa Donatella Maresca


promozione Bruna Benvegnù, Filippa Piazza


coordinamento sezione Incontri Bruna Benvegnù, Marzia Pacella, Flavio De Bernardinis, Christian Raimo, Graziano Graziani, Stefano Betti, Dario Morgante


organizzazione Katia Caselli
 

drammaturgia della prigionia di Frosini/Timpano

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«Il 16 marzo. entrando in cella, mi sono dichiarato "prigioniero politico del teatro". In realtà è il teatro ad essere un prigioniero, in questa società in cui viviamo dove stenta ad avere un ruolo riconoscibile, angolino marginale (specie il teatro contemporaneo) di una “cultura” che nel nostro paese è da tanto, da sempre e sempre più, l’estrema periferia della coscienza nazionale. Per non parlare delle difficoltà di convincere il pubblico ad andare a teatro. L’idea di teatro che tuttora ha il nostro paese è quella del teatro polveroso negli stabili, fatto dagli stessi protagonisti di 30-40 anni fa, o al più dai loro figli, che invecchiano e spariscono via via di Pirandello in Pirandello. L’idea che il teatro prenda posizione sul presente, parli del presente, o dal presente, non è passata mai, nonostante decenni di sforzi. Il teatro in sé, farlo, è un piccolo gesto politico o una fuga dal mainstream? Io sono prigioniero politico del teatro anche nel senso che sono proprio prigioniero all’interno di un edificio teatrale, come di un mestiere. Ma in questa marginalità, che stenta ad essere legittimata, è possibile fare cose che se fossero fatte o dette in televisione, al cinema o sul palco del primo maggio, comporterebbero polemiche e denunce. E invece rimangono grida che – il più delle volte – si spengono sotterra»
[Daniele Timpano]

 

Recluso per 54 giorni, Daniele Timpano la sera dell’ 8 Maggio 2013 ha messo in scena la sua 54° ed ultima replica dello spettacolo “Aldo Morto. Tragedia”.

Un’esperienza corporale e mentale quella che Timpano ha vissuto in questi 54 giorni, rinchiuso giorno e notte in una cella 3 x 1 al Teatro dell’Orologio di Roma.

Per questo definire il progetto “Aldo Morto 54” solo uno spettacolo è sicuramente riduttivo; più che altro è stato un percorso che ha portato dentro gli anni '70 tutti quelli che hanno scelto di seguirlo, non solo attraverso gli occhi di Timpano ma attraverso gli occhi e le parole di tutte quelle persone che hanno scritto, cantato e recitato di quegli anni.

 

Sono stati tanti gli appuntamenti che si sono susseguiti dal 16 Marzo al 9 Maggio, in primis i seminari curati dal Prof. Flavio De Bernardinis sul cinema e le immagini degli anni Settanta che hanno tracciato un excursus storico e critico sul cinema italiano di questi anni segnati dall’ impegno politico e dalle grida di protesta. La domenica è stato il momento de Le Domeniche di Moro, la rassegna curata da Christian Raimo caratterizzata da approfondimento critico sugli anni ’70 attraverso le letture ed i commenti di autori, scrittori ed artisti che attraverso le loro opere, sia letterarie sia teatrali, raccontano di questo periodo. Dario Morgante ha curato la rassegna del giovedì, Il Piombo nelle Parole, con il compito di intrecciare tutte le storie dei diversi scrittori che si sono susseguiti nel corso delle settimane e che hanno raccontato nelle loro opere il loro punto di vista, la lorao esperienza e la loro opinione sugli anni ’70.

Ciò che però ha reso ricca questa performance unica sono state soprattutto le testimonianze di un centinaio di persone che sia per curiosità, sia per approfondimento o per semplice voglia di partecipare hanno deciso di lasciare la loro testimonianza nel Progetto Amnesia, un filo conduttore di tutte questi 54 giorni che ha creato un variegatissimo archivio di esperienze e di memorie. Filo conduttore di tutto il progetto è stato quindi il cercare di comprendere l'impatto che questo fatto storico ha avuto nell'immaginario collettivo, un confronto con un'epoca che seppur non è stata vissuta personalmente è presente e si impone di continuo, un attraversamento intellettuale di 35 anni di materiali intorno al c.d. “Caso Moro”.

Si è rovistato per 35 anni nella cella di Aldo Moro, una cella che nessuno ha mai visto ma che ognuno ha sempre immaginato più o meno come quella che al teatro dell’Orologio è stata costruita, con una familiarità e una curiosità e un interesse e un dolore tutti polarizzati intorno ad uno spazio che, per come ce lo hanno fatto immaginare, forse non è nemmeno mai esistito.

A 35 anni da quel 9 Maggio del 1978 in cui il corpo di Aldo Moro venne ritrovato all’interno del portabagagli di una Renault rossa in Via Caetani, Daniele Timpano ha concluso questo significativo tragitto alla sede della Fondazione Romaeuropa – Opificio Telecom Italia con il MORO DAY, un incontro durante il quale tutte le persone, gli autori e gli artisti che hanno reso possibile questo progetto si sono ritrovati a tirare le somme di questi 54 giorni, a discutere di quel 9 Maggio storico che ha scosso gli animi degli italiani e sul cosa ha portato la reclusione di Timpano all’interno del Teatro dell’Orologio, cosa ha voluto significare ma soprattutto cosa ha voluto trasmettere sia al pubblico sia agli addetti ai lavori.

Una riflessione ampia su quel cinquantacinquesimo giorno che non è mai appartenuto a Moro ma appartiene a noi italiani che lo abbiamo vissuto. Al posto suo. “Io non interpreto Moro, né in cella né in scena. Io non sono lui. Sono io che guardo il 1978 da questo punto scomodo e stagnante dove sono ora, nel 2013”.[Daniele Timpano]

 

LA VITA IN CELLA Fulcro di tutto il progetto è stata l’auto-reclusione di Daniele Timpano per 54 giorni (16 Marzo – 8 Maggio) in una cella 3mx1m (come si suppone sia stata quella di Aldo Moro) posta all’interno di una delle sale del Teatro dell’Orologio.Il tutto è stato ripreso in live streaming h24 e trasmesso in diretta sul sitowww.aldomorto54.it in modo da riuscire a seguire Daniele in tutti i momenti della giornata: il momento della barba, la lettura del giornale, il momento del pranzo fino al rituale di pizza e thè prima di andare in scena.La giornata era poi scandita da appuntamenti quotidiani: alle ore 13,00 Daniele conduceva il TG Timpano dando le notizie, prese a da Il Tempo, o da Paese sera, del corrispettivo giorno del 1978. Oltre a seguire le diverse fasi del sequestro Moro, sono stati letti gli articoli di cronaca di quei giorni, le recensioni degli spettacoli in scena ed infine l’oroscopo.

Appuntamenti quotidiani sono state anche le letture: la Gramsciana, che si è tenuta dal 22 al 27 Aprile alle ore 16,00 e durante la quale Daniele ha letto iQuaderni dal carcere di Antonio Gramsci, oppure la lettura serale di Le avventure Pinocchio di Carlo Collodi che Timpano ha letto tutte le sere dopo lo spettacolo prima di andare a dormire.Il pomeriggio era invece dedicato al Progetto Amnesia, incontri con persone comuni che hanno raccontato come hanno vissuto il 1978, se lo hanno vissuto, se ne sono venuti a conoscenza tramite racconti o tramite i libri; una chiacchierata durante la quale sono state condivise le proprie conoscenze e commentati gli eventi degli anni di Piombo, condividendo le proprie impressioni e le proprie memorie fino a creare un archivio vastissimo di esperienze interamente disponibile sul canale YouTube di Aldo Morto54.

A questi eventi programmati si sono aggiunte poi le incursioni inaspettate di personaggi del settore del tra cui Valerio Aprea, Riccardo Goretti, Adriano Mainolfi, I Doppio Senso Unico, la Compagnia Nano Egidio, Attrice contro o di alcuni giornalisti che hanno voluto intervistare Daniele direttamente all’interno della cella, come Rai News24 o Daniela Giammusso dell’Ansa, oppure per i servizi fotografici di Futura Tittaferrante (Teatro e Critica) e quello di Ada Masella su Huffington post.

Dalla sua cella Daniele si è tenuto costantemente in contatto con l’esterno tramite mail, facebook e twitter ed anche tramite tutti gli appuntamenti con i media partner del progetto, come con fattiditeatro tutti i giorni alle ore 15 circa, una chiacchierata dove era possibile intervenire utilizzando gli hashtag #fdtalk e #aldomorto54, oppure la redazione de Il Tamburo di Kattrin che ha commentato la rassegna stampa del 1978, le canzoni di quei giorni ed ha eseguito riflessioni sulla politica teatrale di oggi, dedicando al progetto una intera rubrica del loro sito: Il Tamburo di Kattrin per Aldo Morto 54 / aggiornamenti quotidiani – 7 rubriche per 7 settimaneIncontri e dibattiti che hanno animato per quasi due mesi i sotterranei del Teatro dell’Orologio con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione da una parte sull’immaginario relativo alla tragedia del Presidente della Democrazia Cristiana e dall’altra alla percezione soprattutto di chi non c’era, come nello spettacolo, il punto di vista è quasi sempre stato quello di un trentacinquenne che è venuto a conoscenza della storia in età adulta.

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